La dieta anticellulite

La cellulite non è grasso normale, quindi non la si può eliminare con una normale dieta. Con una dieta dimagrante, per esempio, una persona di peso medio con sporgenze cellulitiche sulle cosce perderà peso dappertutto, ma non lì! Anzi, con il corpo snellito, le sporgenze della cellulite si noteranno ancora di più! Spesso la cellulite, a quanto pare, non si accompagna a un peso eccessivo, ma se sovrappeso e cellulite si presentano insieme, sarà bene perdere il peso in eccesso prima di cominciare il programma. Benché ci siano moltissimi tipi di diete anticellulite, cercate di sceglierne una che fornisca un apporto equilibrato di alimenti, piuttosto che una dieta rigidissima. Con una dieta equilibrata potrete mantenere le vostre consuetudini alimentari, in modo che quando avrete perso l'eccesso di peso sarete in grado di non riprenderlo subito.
La dieta anticellulitica ha lo scopo di aiutare l'organismo a liberarsi delle scorie. Scopi fondamentali di questa dieta sono la disintossicazione e l'eliminazione, non la perdita di peso. Non si tratta quindi di nutrirsi con cibi ipocalorici, ma con cibi leggeri e di facile digestione, che aiutino l'organismo a bruciare i residui. Sono proibiti i cibi ricchi e pesanti, che tendono a sovraccaricare il fegato e a rendere difficile la digestione.L'insistenza sulla buona digestione è il segreto della vostra dieta anticellulite. È importante che vi rendiate conto che il fegato svolge una funzione d'importanza vitale nel processo digestivo: produce proteine, ferro per il sangue e disintossica i veleni che entrano in circolazione. Quest'ultima funzione antitossica è di particolare importanza per la cellulite. Quando il fegato lavora bene è facile neutralizzare tutte le sostanze tossiche che possono poi venire eliminate dai reni e dall'intestino; ma quando è sovraccarico, perde la capacità di neutralizzare completamente tutti i veleni che entrano in circolazione. Una parte di questi veleni si accumulerà perciò nel tessuto connettivo e getterà le basi per una formazione cellulitica.

Per un'italiana su due l'inestetismo piu'insopportabile è la pancia gonfia

Passi il seno piccolo, la cellulite, le smagliature ma la pancia gonfia per una donna su due in Italia è l'inestetismo piu' brutto da sopportare. Sono i risultati di un'indagine di Astra Ricerche per conto di un'azienda alimentare che ha intervistato 1245 donne, campioni rappresentativi delle cittadine italiane. Per il 54% quello della pancia è l'inestetismo che piu' non sopporterebbero. Al secondo posto le gambe (smagliature, cellulite, grasso ecc...) con il 38%, poi sedere (33%), piedi (23%), naso (20%), seno (20%), capelli (12%), mani (9%), il viso con le rughe i segni dell' invecchiamento e altro (7%) e in ultima posizione gli occhi, votati dal 3% del campione femminile. Tra i principali problemi della pancia, che stanno alla base dei giudizi femminili, domina il senso di gonfiore, avvertito più o meno spesso dal 74% delle donne del campione e legato prevalentemente ad uno stile alimentare non corretto. A seguire una sgradevole sensazione di pesantezza e la percezione che il transito intestinale sia particolarmente lento. Sono 11,5 milioni le donne che regolarmente si trovano ad affrontare un gonfiore alle gambe e alle caviglie difficile da dominare. «Questi dati confermano come il gonfiore sia un problema largamente diffuso tra le donne - dice Lucio Capurso, gastroenterologo, consulente dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma - Si tratta della conseguenza naturale del transito lento che, come evidenziato dallo stesso campione preso in considerazione, è spesso causato da cattive abitudini alimentari, ansia e stress. Per contrastarlo, - afferma Capurso - si può agire principalmente con un' alimentazione equilibrata ricca di fibre e grazie all'aiuto di alimenti specifici come gli yogurt con fermenti, frutta e verdura».

Una nuova tecnica chirurgica per ridurre obesità e diabete, Endobarrier

E' in arrivo una nuova tecnica chirurgica meno invasiva per ridurre l'obesità ed il diabete di tipo 2. Gi Dynamics, un'azienda statunitense del Massachusetts ha messo a punto Endobarrier, un bendaggio da inserire nel canale gastro intestinale per ridurre l'assorbimento di cibo. I chirurghi in pratica fanno scivolare questo "guscio protettivo" impermeabile attraverso la bocca tramite endoscopio con l'aiuto di una piccola capsula. A quest punto il "sacchetto" aderisce alle pareti dell' intestino facendo evitare allo stesso l'assorbimento di calorie generate dal cibo, alterando anche il processo ormonale di assorbimento. La procedura è molto veloce, 30 minuti circa. Si tratta di una valida alternativa al precedente bendaggio gastrico in cui una specie di condom di silicone veniva inserito nello stomaco per far sentire il paziente "sazio" o al by pass gastrico, in cui si operava chirurgicamente. La nuova tecnica non necessita di anestesia generale, il paziente può essere leggermante sedato e secondo le stime della società costerà circa la metà rispetto alle classiche procedure chirurgiche per ridurre l'obesità. Negli studi clinici più di 250 volontari hanno perso una media di 11 chili nell' arco di 3 mesi contro i 4 chili del vecchio bypass. La FDA, food and Drug Administration statunitense, sta controllando il dispositivo e la tecnica prima di dare il via libera alla commercializzazione.

Rischi dell' ossiticina e dell' ergometrina data dopo il parto, rallenta l'allattamento

Attenzione ai rischi di alcuni farmaci (soprattutto a base di ossitocina ed ergometrina) dati dopo il parto, ci sono medicine somministrate alle neo mamme, soprattutto quelle per evitare emorragie, che sembra possano ridurre la possibilità di allattare al seno il proprio neonato. Uno studio pubblicato sul 'British Journal of Obstetrics and Gynaecology' da parte di alcuni ricercatori dell' Universitò di Swansea in Scozia dimostra infatti che l'utilizzo di agenti come l'ossitocina o l'ergometrina ostacola la produzione del latte materno. Gli esperti hanno analizzato i dati di oltre 48 mila donne che hanno partorito nel Sud del Galles, rilevando che l'uso di questi prodotti è associato ad una diminuzione , le analisi dicono intorno al 7%, del numero di mamme che hanno iniziato ad allattare il bimbo entro 48 ore dalla sua nascita. Fra le donne che non hanno assunto ossitocina o ergometrina, il 65,5% è riuscito a produrre latte per nutrire il neonato. Percentuale che scende al 59% nelle pazienti a cui è stata somministrata ossitocina e al 56% se si è aggiunta ergometrina. Secondo gli studiosi, questi medicinali impedirebbero a 50 mila bambini ogni anno di essere allattati al seno della mamma. Cosa che si tradurrà, nel futuro, in mille bimbi obesi e 3 mila asmatici