A breve verrà attivato il primo laboratorio italiano per la ricerca sull'endometriosi

A breve verrà attivato il primo laboratorio italiano per la ricerca sull'endometriosi. Lo ha annunciato con un comunicato il presidente della Fondazione italiana endometriosi, Pietro Giulio Signorile, che nei giorni scorsi ha firmato un Protocollo di intesa con il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, l'Inail e l'Inps per la sensibilizzazione su questa malattia femminile. «Mi auguro che le tante attestazioni di stima arrivate - afferma Signorile - siano la base per future e proficue collaborazioni con tutte le associazioni impegnate nella lotta alla malattia». La Fondazione italiana endometriosi opera da 12 anni per la sensibilizzazione su questa patologia, finora ritenuta silenziosa ma che colpisce almeno 3 milioni di donne italiane, investendo fondi propri sia per la ricerca scientifica - che ha portato alla scoperta dell'origine della malattia - sia per le campagne di sensibilizzazione realizzate negli ultimi due anni in collaborazione con il Segretariato sociale Rai. Il Protocollo d'intesa sull'endometriosi pone le basi per attività comuni di comunicazione e informazione, oltre a nuove possibilità per sviluppare la ricerca scientifica, una speranza concreta per le malate italiane.


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Che cos'è la sindrome dell'ovaio policistico

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) rappresenta, con un'ampia gamma di manifestazioni cliniche, la causa più comune di mancata ovulazione. Nelle sue forme più lievi il ciclo mestruale può avere una lunghezza normale, ma sottoponendo la donna ad un monitoraggio ecografico dell'ovulazione (una serie di ecografie mirate allo studio della crescita del follicolo per individuare il giorno dell'ovulazione) potranno essere evidenziate ovaie più grandi del normale, all'interno delle quali saranno visibili tanti piccoli follicoli, nessuno dei quali riuscirà a crescere in maniera dominante. Pertanto, la successiva mestruazione comincerà senza che ci sia mai stata l'ovulazione.
La diagnosi di PCOS, oltre che sul reperto ecografico si basa sul dosaggio ematico di due ormoni, l' FSH e l' LH effettuato nei primi 5 giorni a partire dall'inizio delia mestruazione: il risultato rivelerà valori di LH più elevati del normale, con uno sbilanciamento del rapporto FSH/LH, che In condizioni normali risulta a favore dell'FSH. La conseguenza clinica di questo sbilanciamento è un incremento dei livelli ormonali maschili. Infatti nelle forme più gravi ne compaiono i segni caratteristici: irsutismo (aumento della peluria), acne e seborrea (cute e capelli grassi) fino all'obesità. Il ciclo mestruale può essere più lungo del normale fino ad arrivare all'oligomenorrea (mestruazioni irregolari dalle 6 settimane ai 6 mesi) 0 addirittura all'amenorrea (assenza di mestruazioni). La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci che stimolano l'ovaio a riprendere la propria attività, in alternativa, nelle forme più resistenti e severe, viene tentato l'approccio chirurgico con cui si mira e ripristinare i normali livelli ormonali, riducendo il volume delle ovaie.

Neonati e bambini esposti allo smog sviluppano un QI più basso degli altri

Neonati e bambini esposti agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) derivanti da smog sviluppano un quoziente intellettivo più basso di chi vive in un ambiente senza inquinamento. Sono i risultati di una nuova ricerca effettuata dal Columbia Center per la salute ambientale del bambino. Gli IPA sono sostanze chimiche immesse in aria dalla combustione di carbone, gasolio, petrolio e gas, o altre sostanze organiche, come il tabacco. Nelle aree urbane i veicoli a motore sono una delle principali fonti di IPA. Lo studio, che verrà pubblicato nel prossimo numero di agosto di Pediatrics, ha trovato che i bambini esposti ad elevati livelli di IPA nella città di New York avevano un punteggio (QI) di piena scala (4,31) e verbale (4,67) ,valori inferiori a quelli di bambini meno esposti. Si parla di alti livelli di IPA quando nell'aria si supera il valore di una media di 2,26 nanogrammi per metro cubo (ng/m3). La ricerca è stata effettuata seguendo la crescita dei bambini, da quando erano nell' utero fino al compimento dei 5 anni, Le mamme indossavano apparecchi personali per misurare costantemente l'inquinamento dell' aria durante la gravidanza e successivamente, nello stesso arco di tempo hanno risposto ad una serie di questionari. Al compimento dei 5 anni, 249 bambini sono stati sottoposti alla prova di intelligenza prescolare Wechsler. I ricercatori hanno sviluppato modelli per calcolare le associazioni tra l'esposizione prenatale IPA e il QI. Gli studiosi inoltre hanno anche tenuto conto di altri fattori come l'esposizione al fumo passivo, l'istruzione della madre e la qualità dell'ambiente di casa. I risultati finali hanno mostrato che 140 bambini classificati come "ad alta esposizione di IPA" avevano un QI inferiore agli altri.

Negli Shampoo e nei bagnoschiuma di neonati e bambini, ci sono troppi allergeni

Un team di ricercatori del Dipartimento di Chimica Analitica e nutrizione presso l'USC - Università di Santiago de Compostela (Spagna), ha sviluppato un metodo per individuare e quantificare le 15 sostanze allergizzanti più comuni incluse nel profumo di sapone, gel, colonia, shampoo per bambini e altri prodotti per l'igiene personale. Si tratta di linalolo, benzil salicilato, coumarina e idrossicitronella e di altri composti utilizzati per profumare i prodotti. In alcuni casi, le concentrazioni sono state "molto alte", superiori a 100ppm (parti per milione = nanogrammi / millilitro).
«Applicando il nuovo sistema a otto campioni diversi di detergenti per neonati e bambini dai sei mesi a due anni d'età - spiega Maria Llompart sulla rivista 'Analytical and Bioanalytical Chemistry' - abbiamo evidenziato in ognuno di essi la presenza di almeno sei dei 15 composti che cercavamo. Tutto ciò è fonte di preoccupazione, dato il lungo tempo che i piccoli trascorrono giocando mentre fanno il bagnetto, cosa che li espone al rischio di assorbire queste sostanze nocive», avverte l'esperta.
Le normative europee prevedono la presenza di queste sostanze nei prodotti. Devono essere indicate sull'etichetta, quando i livelli superano un certo limite (0,1 oppure 0,01%, a seconda del tipo di composti), ma alcune associazioni affermano che questi limiti sono troppo tolleranti, in particolare quando si tratta di neonati o bambini.

D'estate sempre la protezione solare al mare

E' inutile ribadire il solito concetto che il "sole fa male"; tutti sanno ormai che l'esposizione prolungata disidrata la pelle in modo inesorabile. Insomma, è come preparare l'epidermide alla formazione delle rughe creando il terreno ideale per un invecchiamento precoce. La cosmesi combatte questa terribile conseguenza in tutti i modi possibili onde evitare danni irreparabili. Prodotti specifici sono quindi stati appositamente creati per contrastare con maggior sicurezza gli efletti nocivi del sole.
La pelle mediterranea, che è fra tutti i tipi di epidermide la più robusta, presenta di norma un ottimo spessore. Questo tipo di carnagione si abbronza facilmente e non presenta molti problemi di arrossamento. Ma non per questo, come qualcuno erroneamente crede, non necessita di protezione, visto che anch'essa è soggetta a disidratarsi e ad invecchiare; sarà perciò necessario usare una protezione solare molto alta.
La pelle scandinava, sottile e sensibile, si arrossa con facilità, soffre, si squama, ed è quasi sempre destinata a spellarsi. Per questa ragione è indispensabile l'uso di un prodotto che schermi totalmente i raggi UVA (anche se non esistono prodotti che garantiscono protezioni totali al 100%). Dal momento che già di per sé l'abbronzatura dà luce allo sguardo, al sorriso e fa sembrare bianchi i denti e la sclera degli occhi, in spiaggia sarà meglio proteggere, piuttosto che truccare la pelle. Il che non vuol dire che dobbiate rinunciare del tutto al makeup. In commercio ci sono abbronzanti che fungono da leggeri fondotinta. Per gli occhi è indicato il mascara impermeabile, e per il contorno la matita o l'eye-liner waterproof resistente all' acqua.
Al mare, però, la vera e indiscussa protagonista resta la bocca. Usate tinte corallo, albicocca, pesca, arancione: i veri colori partners della vostra tintarella.
Un'esortazione superflua: depilatevi le ascelle e fate un'epilazione accurata per una consapevole femminilità. Persino il corpo più divino sarebbe offuscato dall'inestetismo dei peli superflui. Per tornare al trucco, d'estate non dovete fare a meno del make-up, è parie integrante dell'immagine esotica e sensuale che si viene a delineare nella stagione più calda dell'anno.

Le vacanze per i celiaci, un periodo critico

Le vacanze rappresentano un periodo critico per i celiaci. Si varcano molte volte i confini nazionali, ma soprattutto si è costretti a mangiare fuori, in posti in cui magari nessuno è attrezzato per preparare pasti senza glutine. In Italia i malati di celiachia sono 80mila con 500mila persone in attesa di diagnosi e proprio per far si che si possano passare vacanze tranquille l' Associazione italiana celiachia (Aic) ha preparato un prontuario da consultare per conoscere ristoranti, pizzerie e alberghi con cibi adatti.Il viaggio va pianificato fin dalla scelta della compagnia aerea (sito glutenfreepassport c'è la lista di quelle che hanno pasti senza glutine) e dalla richiesta, al momento della prenotazione del volo, del pasto a bordo. Ma è solo una delle indicazioni contenute nel prontuario. Si può anche contattare l'associazione celiaci del Paese che si è deciso di visitare. Mentre sul sito celiactravel, è possibile scaricare la "carta dei ristoranti per un pasto senza glutine", utile per spiegare le proprie esigenze alimentari in tutte le lingue del mondo. Per i celiaci il viaggio può anche rivelarsi una piacevole scoperta. In molti Paesi, si possono trovare piatti tipici a base di cereali privi di glutine. Dal pane di mais e le torte di tapioca in Africa alla feijoada in Brasile, fino al budino di riso in Canada.
Il decalogo offre poi una lista di regole per evitare rischi: occhio al riso che deve essere cotto in una pentola non contaminata da bolliture precedenti, alla pasta di farro o di kamut (cereali non permessi) e al glutine che si nasconde in alimenti insospettabili, dai salumi ai formaggi da spalmare. L'alimentazione deve essere varia anche in vacanza e occorre evitare i digiuni. Occhio anche alla diarrea : per evitarla è fondamentale stare attenti all'acqua che si beve all'estero e ai cibi crudi. L'obbligo di una dieta senza glutine, ribadisce Letizia Saturni, specialista in Scienze dell'alimentazione all'università Politecnica delle Marche «non comporta limiti nella propria vita sociale e nella scelta delle proprie mete per le vacanze. Al contrario, andare in luoghi diversi dall'Italia può essere un'occasione per scoprire nuovi sapori e nuove ricette sicure e poco note nella cucina mediterranea».